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Dalla nostra analisi mensile sui prezzi al consumo di 10 prodotti alimentari, emerge che oggi li paghiamo in media il 20% in più di un anno fa (e in un caso anche il doppio), ma gli aumenti nell'ultimo mese si sono praticamente fermati. Rispetto a prima dell'inizio della guerra in Ucraina rincari fino al 70%. Ecco il dettaglio della nostra analisi.
Che i prezzi dei prodotti alimentari siano in crescita ce lo dice anche l'Istat: nel suo rapporto sui prezzi al consumo di maggio, evidenzia quanto il comparto composto da beni alimentari, prodotti per la cura della persona e della casa, registri un aumento del 6,7%; un aumento così elevato per queste categorie di prodotti non si vedeva dal lontano 1986. E sono proprio i beni alimentari a spingere sull'acceleratore: secondo l'Istat sono saliti del 7,1% su base annua.
A confermare le rilevazioni dell'Istituto di statistica, ci sono anche i dati della nostra analisi mensile sui prezzi che i consumatori trovano realmente sugli scaffali di Supermercati, Ipermercati e Discount, relativi a un ipotetico carrello di 10 prodotti alimentari, scelti tra quelli che spesso vengono acquistati dagli italiani quando fanno la spesa: olio di girasole, farina 00, pasta, olio extravergine d'oliva, zucchero, latte a lunga conservazione, caffè in polvere, passata di pomodoro e, per quanto riguarda l'ortofrutta, zucchine e banane. Vediamo quindi nel dettaglio che cosa è emerso in questa ultima analisi (si tratta di dati Iri, rielaborati da Altroconsumo).
Rispetto all'anno scorso paghiamo molto di più ciò che mettiamo nel carrello. In media il 20% in più, ma in qualche caso anche il doppio. Parliamo ad esempio dell'olio di semi di girasole che a maggio lo abbiamo trovato sugli scaffali della grande distribuzione a quasi il doppio (+93%) rispetto a maggio del 2021. Ma anche di farina e pasta, aumentati in un anno rispettivamente del 33% e del 25%. Se si continua a raffrontarli a un anno fa, sono aumentati parecchio anche l'olio extravergine d'oliva (+13%), lo zucchero (+12%) e il caffè in polvere che, dopo mesi di calma apparente, ha avuto un forte incremento di prezzo tra marzo e aprile di quest'anno, e ora lo paghiamo l'11% in più rispetto all'anno scorso.
Il prezzo dell’olio di semi di girasole al dettaglio (in Iper, Super e Discount) era aumentato già nei mesi scorsi. Si tratta di aumenti iniziati prima del conflitto e che si sono protratti mese dopo mese per tutto il 2021. Dall’inizio del conflitto la crescita dei prezzi però è continuata a ritmi sostenuti: in un solo mese tra marzo 2022 e aprile 2022 l’aumento è stato del 36%. Nell’ultimo periodo monitorato (maggio 2022) l’aumento è stato meno consistente ma pur sempre rilevante: +6%.
Abbiamo preso come riferimento il mese di gennaio 2022 per mettere in evidenza gli aumenti successivi al conflitto (e quelli precedenti): tra gennaio 2022 e maggio 2022 l’aumento nel prezzo medio di questo prodotto è stato del 70%. (in 4 mesi). Tra maggio 2021 e gennaio 2022 (in otto mesi) l’aumento era comunque stato rilevante sebbene decisamente più contenuto: +14%. Tra gennaio 2021 e gennaio 2022 (nei 12 mesi precedenti al conflitto), infine, l’aumento è stato del 30%.
Purtroppo una crescita dei prezzi così rilevante non è facilmente compensabile. Abbiamo provato a confrontare il prezzo medio dell’olio di semi di girasole, il prezzo in promozione, il prezzo medio dei prodotti a marchio commerciale e il prezzo medio presso i punti vendita Discount: acquistare olio di girasole in promozione consente di risparmiare il 12% rispetto al prezzo medio. La marca del distributore e il Discount consentono un risparmio rispettivamente del 5% e dell’8%.
E' bene poi ricordare che esistono sul mercato prodotti alternativi all’olio di semi di girasole: per scegliere il prodotto più adatto, puoi consultare il nostro speciale sugli oli vegetai.
Il prezzo della farina 00 non è aumentato nell’ultimo mese (-1%). Resta comunque uno dei prodotti che su base annua è cresciuto di più: +33% tra maggio 2021 e maggio 2022. E infatti il prezzo della farina resta ben al di sopra del livello raggiunto durante il primo lock down a marzo 2020, quando gli scaffali della farina erano vuoti e il lievito introvabile.
Il prezzo della farina è iniziato a crescere già prima del conflitto tra Russia e Ucraina. Già dall’estate scorsa i prezzi erano in crescita: tra maggio 2021 e gennaio 2022 (prima del conflitto) i prezzi erano già aumentati del 18% (in otto mesi). Tra gennaio 2022 e maggio 2022 i prezzi sono cresciuti ulteriormente: + 13% in 4 mesi.
I consumatori possono difendersi da questi rincari innanzitutto facendo attenzione alle promozioni: acquistando farina 00 in promozione si spende il 22% in meno rispetto al prezzo medio di questo prodotto. Anche i prodotti a marchio commerciale consentono un buon risparmio: con la marca del distributore si spende circa il 17% in meno. Al Discount i prezzi sono in media più bassi del 16%.
A partire dalla scorsa estate il prezzo della pasta di semola ha iniziato una corsa al rincaro. Anche se con qualche rallentamento questa corsa è continuata fino ad oggi. Pagavamo un chilo di pasta 1,26 euro a maggio 2021, oggi in media lo paghiamo 1,57 euro: il 25% in più. E’ vero comunque che nell’ultimo mese il prezzo medio non è cresciuto, ma è presto per dire se questo prodotto abbia invertito la tendenza all’aumento oppure no; è già capitato nei mesi scorsi di vedere qualche rallentamento prima di nuovi aumenti.
Se prendiamo il mese di gennaio 22 come riferimento (prima dell’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina) vediamo come oggi spendiamo per la pasta il 7% in più di gennaio. Tra gennaio 2022 e maggio 2021 l’aumento era già stato considerevole (+ 16% in 8 mesi). Anche per la pasta l’aumento di prezzo è iniziato quindi prima del conflitto.
Come far fronte a questi rincari su un prodotto base dell’alimentazione italiana? Le promozioni stanno perdendo efficacia per questo prodotto: in media consentono di spendere solo il 3% in meno. Il Discount è un canale di vendita molto competitivo per questo tipo di prodotto: acquistando in questi punti vendita si spende in media il 25% in meno. La marca del distributore, invece, consente di spendere il 24% in meno.
In questi ultimi mesi abbiamo assistito a un rialzo nei prezzi a scaffale anche per l’olio extravergine di oliva: questo aumento continua anche oggi. Pagavamo un litro d’olio 4,67 euro ad aprile 2022, oggi lo paghiamo 4,74 euro: +1% in un mese.
Rispetto al mese di gennaio 2022 l’aumento è stato del’8% (in 4 mesi). Tra maggio 2021 e gennaio 2022 l’aumento era già iniziato. +5% (in 8 mesi).
Per l’olio extravergine di oliva le occasioni di risparmio si trovano con le promozioni e con gli acquisti al Discount. Per i prodotti a marchio commerciale bisogna invece scegliere con attenzione. Spesso per questo prodotto i distributori hanno (anche) a scaffale varianti più "pregiate" (dop, igp, biologico, 100% italiano) anche in formato da 1 litro. Si tratta di prodotti più costosi della media che quindi portano in alto il prezzo medio di tutta la tipologia di prodotti.
Lo zucchero da barbabietola ha un prezzo in crescita: tra maggio 2021 e maggio 2022 il prezzo medio di questo prodotto è aumentato del 12%. Gli aumenti sono cominciati a partire dalla scorsa estate e si sono intensificati durante l’autunno e l’inverno. Anche in questo caso i prezzi a cui i nostri consumatori acquistano i prodotti, riflettono in parte una situazione più ampia. Le quotazioni internazionali dello zucchero sono in effetti salite rapidamente a cavallo della scorsa estate e hanno colpito anche gli scontrini dei consumatori.
Prendendo il mese di gennaio 2022 come riferimento, si vede che l’aumento negli ultimi 4 mesi è rilevante (+4%). Ma rilevante è anche l’aumento che si è registrato tra maggio 2021 e gennaio 2022: +8% in 8 mesi. Anche per questo prodotto, quindi, gli aumenti sono iniziati prima del conflitto.
Il Discount offre l’opzione più vantaggiosa: qui un chilo di zucchero si paga 11 centesimi in meno rispetto alla media (-13%). La marca del distributore e le promozioni consentono di spendere rispettivamente il 6% e il 7% in meno.
Il mese scorso avevamo segnalato il brusco aumento nei prezzi del caffè in polvere che i consumatori acquistano in Iper, Super e Discount. Nell’ultimo mese, invece, il prezzo non è cresciuto. Se confrontiamo il prezzo medio di aprile 2022 con quello di maggio 2022 vediamo una diminuzione del 3%. Questa riduzione, però, non è stata sufficiente per compensare l’aumento dei mesi scorsi. Rispetto a maggio 2021 spendiamo comunque l’11% in più.
L’aumento di prezzo è comunque piuttosto recente. Nonostante le quotazioni internazionali della materia prima mostrassero aumenti non trascurabili per il caffè grezzo, al consumatore che acquistava il caffè sugli scaffali questi aumenti non sono mai arrivati. Tra gennaio 2022 e maggio 2022, invece, l’aumento c’è stato ed è stato rilevante (+10%). Tra maggio 2021 e gennaio 2022, invece, l’aumento è stato decisamente trascurabile (+1% in 8 mesi).
I Discount non consentono di risparmiare e anche le promozioni non sono così efficaci: il prezzo in promozione è del 4% più basso rispetto al prezzo medio del caffè in polvere. Ottimo invece il risparmio che si ottiene scegliendo la marca del distributore: i prodotti a marchio commerciale costano in media il 21% in meno rispetto alla media
Già da diversi mesi ci sono tensioni sui prezzi all’origine del latte (quotazione alla stalla), sia in Italia sia all’estero, e anche i costi dei mangimi sono in forte aumento. Fino al mese di marzo, però, non abbiamo rilevato grossi cambiamenti nei prezzi al dettaglio per il latte a lunga conservazione. Negli ultimi mesi, invece, abbiamo osservato un aumento: + 2% tra aprile e maggio 2022 e + 8% tra maggio 2021 e maggio 2022. Il grosso dell’aumento è però recente: tra gennaio 2022 e maggio 2022 l’aumento è stato del 6%. Tra maggio 2021 e gennaio 2022 l’aumento è stato del 2% (in otto mesi).
La marca del distributore consente un risparmio del 14%: in media i prodotti a marchio commerciale costano 0,84 euro mentre il prezzo medio della categoria è 0,97 euro: 13 centesimi in meno. Anche le promozioni offrono un'occasione di risparmio: in media il prezzo in promozione è del 9% più basso del prezzo medio. Al Discount possiamo spendere invece il 10% in meno.
La passata di pomodoro è uno dei prodotti che ha subito meno la tendenza al rincaro (tra quelli che abbiamo monitorato). Si tratta comunque di un prodotto che paghiamo oggi il 6% in più rispetto a un anno fa. Rispetto a gennaio 2022 l’aumento è stato contenuto: +2%. Tra maggio 2021 e gennaio 2022 l’aumento è stato analogo (+4% in otto mesi).
Che consigli dare ai consumatori? Le occasioni di risparmio non mancano: Discount e prodotti a marchio commerciale consentono di spendere rispettivamente il 15% e il 16% in meno. Con le promozioni si spende il 12% in meno.
Anche per le zucchine rispetto al 2021 si registrano aumenti. Già il mese scorso avevamo segnalato un aumento del 32% (tra aprile 2021 e aprile 2022). A maggio questo aumento si è ridimensionato ma resta comunque marcato: +19% tra maggio 2022 e maggio 2021.
L’analisi dei prezzi di questo prodotto non è semplice. Si tratta di un prodotto fresco con una filiera che può risentire di diverse problematiche: eventi climatici avversi ma anche difficoltà nel reperimento della manodopera (come avvenuto nel periodo Covid) e i maggiori costi per il trasporto. Per prodotti come questo non tutti gli anni sono uguali e già in passato abbiamo assistito ad aumenti momentanei dei prezzi.
Riguardo le banane, fino a inizio anno i prezzi non erano aumentati in maniera significativa. Nonostante si tratti di un frutto che viene da lontano e su cui le tensioni sul fronte dei trasporti e gli aumenti dei carburanti avrebbero potuto incidere, fino a gennaio 2022 le banane non hanno fatto registrare aumenti nei prezzi al dettaglio. Oggi questa stabilità nei prezzi non è più così certa. Già il mese scorso avevamo segnalato un aumento. Con il dato di maggio lo confermiamo: +6% tra maggio 2021 e maggio 2022.
Per zucchine e banane non abbiamo i prezzi al discount e neanche il dettaglio dei prodotti di marca o dei prodotti a marchio commerciale. Abbiamo infatti il dato sul prodotto sfuso e sul confezionato a peso variabile che per sua natura non ha marche (né proprie né del distributore). Abbiamo però il dato sulle vendite in promozione: sfruttando gli sconti si può spendere il 16% in meno per le banane e il 5% in meno per le zucchine.
La notizia (per una volta) positiva per i consumatori questa volta c'è: anche se l'Istat conferma un aumento generale dei prezzi di tutti prodotti alimentari anche nell'ultimo mese, almeno i 10 prodotti del nostro paniere sembrano essersi stabilizzati rispetto al mese scorso (aprile 2022). Alcuni, come la farina e il caffè, sono addirittura essere diminuiti, mentre pasta, olio EVO, passata di pomodoro e zucchero hanno praticamente gli stessi prezzi di aprile. È comunque presto per dire se su questi prodotti da noi analizzati ci sia un’inversione di tendenza; è probabile che si tratti solo una battuta di arresto temporanea. Unica eccezione l'olio di semi di girasole che proseguire nel suo trend di crescita anche a maggio, aumentando rispetto al mese precedente del 6%. Discorso a parte merita il latte: questo prodotto fino a marzo di quest'anno aveva sugli scaffali praticamente lo stesso prezzo al quale lo si poteva trovare a marzo del 2020 e solo 2 centesimi di euro in più rispetto a marzo 2021; in due mesi è aumentato del 6% (+2% solo nell'ultimo mese) e oggi costa l'8% in più rispetto a maggio dell'anno scorso.
Ci si chiede se la guerra in Ucraina, che ricordiamo è cominciata alla fine del mese di febbraio, abbia dato la spinta all'innalzamento dei prezzi. La risposta non può essere la stessa per ogni prodotto: come abbiamo visto nel dettaglio, molti prodotti che teniamo sotto osservazione erano aumentati già prima della guerra o seguono un trend di crescita costante nel tempo. In ogni caso, se analizziamo quanto ci costavano quegli stessi prodotti a gennaio e quanto ci costano oggi, ci accorgiamo che si va da aumenti del 13% e del 10% rispettivamente per farina e caffè, ma anche dell'8% e del 7% per olio d'oliva e pasta. Ma il prodotto che da inizio anno (prima quindi della guerra) a oggi ha avuto l'incremento di prezzo maggiore è senza dubbio l'olio di girasole: + 70%.
Nella tabella che segue, è facile mettere a confronto quanto in percentuale gli otto prodotti del nostro paniere (abbiamo escluso frutta e verdura perché troppo legati alla stagionalità) sono aumentati rispetto all'anno scorso, rispetto al mese scorso e rispetto a inizio anno (ovvero prima dell'inizio del conflitto).
Per i prodotti che abbiamo messo nel nostro ipotetico carrello, spendevamo un anno fa (maggio 2021) in media 16,60 euro. Per gli stessi prodotti oggi (maggio 2022) spendiamo quasi 20 euro (19,98 euro per l'esattezza): è il 20% in più (pari a 3,38 euro di differenza). Questa maggior spesa riguarda solo le categorie di prodotti oggetto del nostro monitoraggio alle quali abbiamo tolto zucchine e banane perché troppo legate alla stagionalità del prodotto. Si tratta comunque di prodotti che frequentemente i consumatori italiani mettono nel loro carrello e il peso di questi aumenti si fa sentire anche sugli scontrini che effettivamente pagano.
Ma possiamo dire davvero che questo maggior costo della nostra spesa alimentare è tutto frutto della guerra? Sicuramente la situazione in Ucraina ha influenzato i prezzi ma già a gennaio 2022 si registrava un rialzo rispetto alla primavera precedente. Nel caso della nostra ipotetica spesa a gennaio 2022 l’avremmo pagata 17,51 euro: il 5% in più rispetto a maggio 2021. È una cosa che abbiamo già osservato nei mesi scorsi: per diversi prodotti i prezzi hanno cominciato ad aumentare prima del conflitto per una molteplicità di cause sia di tipo climatico, sia ad esempio in risposta alle chiusure (e riaperture) collegate alla pandemia da Covid 19 o in conseguenza delle politiche messe in campo dai vari paesi per attenuarne l'impatto economico.
Ora che sappiamo quanto ci costerebbe ipoteticamente una spesa se scegliessimo questi prodotti, possiamo provare a fare qualche conto per capire quanto oggi ci costerebbe in più rispetto all'anno scorso realizzare alcune delle "ricette" più comuni presenti sulle tavole degli italiani, a cominciare dalla pasta al pomodoro per arrivare alla pasta pomodoro e zucchine, passando per il classico caffè e latte della colazione e finire coi biscotti fatti in casa.
Visti gli aumenti rilevati in questi ultimi mesi, abbiamo deciso di inviare una segnalazione all’Antitrust per chiedere di fare luce su eventuali speculazioni sui prezzi dei prodotti alimentari. Nel frattempo chiediamo al Governo di vigilare sull’aumento dei prezzi e soprattutto di estendere e rendere accessibili a più persone i cosiddetti "buoni spesa", una misura già esistente, ma al momento limitata solo a nuclei familiari con Isee fino a 12.000 euro.
Sostieni anche tu le nostre proposte alle istituzioni. Più saremo a chiederle, più forte sarà la nostra voce.
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